Sentiero CAI 426
"Sentiero delle Miniere"

Aggiornato all'agosto 2001
   

Zoom
Clicca per ingrandire

SCHEDA:  
Numero CAI: 426
Altre numerazioni:  
Nome o soprannome: Sentiero delle miniere
Partenza: ex SS 294 Km 28.5 località Fondi (1250 m)
Arrivo: ex SS 294 Km 28.5 località Fondi (1250 m)
Dislivello: 200 m
Tempi parziali:  
Tempo totale: ore 1.30
Lunghezza:  
Periodo consigliato: maggio - fine ottobre
Difficoltà: T (legenda)
Attrezzatura:  
Note naturalistiche:

Fitte abetaie ed una rada pecceta subalpina.

Note tecniche:

Facile passeggiata nei boschi. Ripida in alcuni brevi tratti. Percorso ad anello.

Note storiche:







 

Questo sentiero è stato terminato nel 1991 ed è dedicato alla storia delle miniere.
Gli "strusì" erano i trascinatori di slitte. Queste slitte servivano per trasportare il minerale dal luogo d'estrazione ai forni per la prima cottura.
L' "aiàl" é un'aia carbonile; ovvero una radura in cui si produceva il carbone di legna. Il carbone prodotto era usato per alimentare i forni per la cottura del minerale estratto.

Bivi ed incroci:
 

Il primo tratto è in comune con il "Sentiero delle Torbiere" CAI 427.

La partenza è situata presso la località Fondi, circa 3.5 chilometri dall'abitato di Schilpario, che si raggiunge percorrendo la ex SS 294 in direzione del Passo del Vivione. Il sentiero ha inizio nell'ampio piazzale in cui una volta vi era l'impianto per la prima lavorazione del materiale estratto dalla miniera adiacente, denominata "Ribasso Gaffione" e attualmente chiusa da un portone in ferro. Per raggiungere il piazzale è necessario percorrere un breve tratto di strada che prende avvio sulla sinistra della statale, in corrispondenza di una bacheca in legno posta circa a metà strada tra il capannone e il villaggio minerario dei Fondi. Il sentiero entra in una tipica abetaia disetanea biforcandosi: a sinistra c'è il percorso d'andata, a destra quello di ritorno.
Dopo una ripida salita si giunge in prossimità del Torrente Gaffione dove s'incontrano i primi resti di "archeologia industriale" costituiti da due reglane. In questo punto è possibile effettuare una breve deviazione per visitare l'imbocco di un'antica miniera: sulla sinistra una fenditura nella roccia, scavata dall'uomo già in epoca medioevale, permette di scendere, per mezzo di alcuni gradini, sul greto del fiume dove si apre l'imbocco della miniera (3). Questa miniera forniva siderite (carbonato di ferro) che, per mezzo d'apposite gerle, era poi trasportata per la torrefazione nei sovrastanti forni.
Il sentiero prosegue in salita, serpeggiando tra i massi di un deposito detritico di verrucano, passando vicino a due aie carbonili (aiàl) dove era prodotto il carbone necessario per il funzionamento dei forni. Il tracciato diviene più ampio giacché ricopia un tratto della vecchia strada creata per il transito delle slitte ("Vià di strusì") ancora discretamente conservata, e, poco più avanti, incrocia il Torrente Gaffione, in un punto caratterizzato da una suggestiva cascata. Attraversato il corso d'acqua, per mezzo di un ponte di legno, il paesaggio si fa più aspro e la vegetazione cambia, da abetaia si trasforma in una tipica pecceta subalpina piuttosto rada a causa della roccia affiorante.
Dopo 10 minuti di salita piuttosto ripida si giunge ad uno sperone di roccia dove il sentiero si divide (1): continuando sulla destra orografica (percorso in salita) si può salire al Passo del Vivione seguendo il sentiero denominato "delle Torbiere" CAI 427, mentre continuando in piano, in direzione del torrente, si completa l'anello formato dal "Sentiero delle Miniere". Si supera il ruscello su di un comodo ponte di legno, posto a monte del tracciato, e superato un canale di frana si entra nuovamente nel bosco. Ora il bosco ridiventa fitto e la notevole produzione legnosa del luogo è testimoniata da una serie di aie carbonili (in totale sette). La prima che s'incontra è sorretta da un muraglione a secco eretto per ricavare lo spiazzo su cui lavorare, mentre un'altra è connessa ad una sorgente piccola ma perenne.
Dopo circa 15 minuti di cammino il sentiero incrocia un'altra "Vià di strusì", strada dei trascinatori di slitte utilizzata anticamente per il trasporto a valle del materiale ferroso, e incomincia la discesa caratterizzata da ampie curve.
Lungo questo tratto s'incontrano varie testimonianze minerarie: dapprima una bella baita recentemente ristrutturata, poi, poco sotto, l'imbocco della miniera Ortasolo, recentemente recuperata, con annessa la baita ristrutturata che un tempo serviva come magazzino per i minatori. Sulla sinistra, un sentiero recentemente sistemato conduce, dopo aver scavalcato l'ampia "Valle di Meraldo", al Parco Minerario A. Bonicelli in cui è ubicata la miniera Berbera, attrezzata per le visite guidate (2). Lasciata la baita d'Ortasolo e proseguendo alla propria destra, in piano, lungo una traccia di sentiero ricavata nel bosco, ci si immette nuovamente sulla sede della vecchia strada di servizio alle miniere e, dopo una breve discesa, il sentiero si ricollega al percorso d'andata proprio nel punto di partenza. Questo tratto di sentiero, percorso in senso inverso, permette un veloce collegamento con il piazzale principale e il Parco Minerario, utilizzabile per chi vuole effettuare solo la visita alla miniera Berbera.

Menu sentieri

www.scalve.it