Sentiero CAI 403
(Colere - Rifugio Albani)
Aggiornato all'agosto 2000 | |
SCHEDA: | ||
Numero CAI: | 403 | |
Altre numerazioni: | ||
Nome o soprannome: | ||
Partenza: | Colere loc. Carbonera (1020 m) | |
Arrivo: | Rifugio Albani (1948 m) | |
Dislivello: | 928 m | |
Tempi parziali: | ||
Tempo totale: | ore 2.15 | |
Lunghezza: | ||
Periodo consigliato: | maggio - novembre | |
Difficoltà: | E (legenda) | |
Attrezzatura: | ||
Note naturalistiche: | ||
Note tecniche: | ||
Note storiche: | ||
Bivi ed incroci: |
In località Cascina Frassinetto si diparte il sentiero CAI 404
(Cascina Frassinetto - Passo Fontana Mora) |
La partenza di questo sentiero è
collocata nei pressi del primo parcheggio di pertinenza della funivia Colere - Cima Bianca. Un piccolo spiazzo, adiacente i
piazzali della società funivie, permette di sistemare le auto senza problemi. Ci
s'incammina lungo una strada asfaltata che costeggia un ruscello lasciando alle
proprie spalle uno stabile, oggi sede di alcuni laboratori, che anticamente ospitava le laverie del minerale
estratto dalle miniere poste vicino al rifugio.
Dopo le ultime case della frazione Carbonera inizia una ripida salita
caratterizzata da un fondo stradale in cemento. Con due tornanti, intagliati nella pista di discesa Magnone - Colere, si sale velocemente giungendo nei pressi di una baita collocata
al limitare del prato denominato Frassinetto. Attraversato il torrente,
all'altezza di un grosso masso si lascia la strada sterrata e si sale lungo un
sentiero che corre al limitare di un prato, sul bordo sinistro del torrente
Rino. Passato un secondo grosso masso si attraversa il torrente e si sale fra i
due alvei del ruscello giungendo ad una baita in legno recentemente
ristrutturata. Si attraversa nuovamente il torrente e si inizia a salire con una serie di tornanti.
Superato un breve tratto in piano s'incrociano nuovamente i tracciati delle
piste di discesa; si devono attraversare entrando nel boschetto per poi proseguire destreggiandosi fra le piante.
Giunti all'altezza di un caratteristico sperone roccioso si attraversano
nuovamente le piste di discesa risalendole direttamente
oppure proseguendo con una diagonale in leggera salita ed entrando nel bosco di
faggi.
Salendo
dolcemente con alcuni tornanti e un traverso si supera un bosco
caratterizzato da alcune radure. Terminato il bosco e giunti in un prato s'inizia a scorgere la parete
N della Presolana mentre volgendosi
verso N si possono vedere le cime maestose del Pizzo Recastello e del Monte Gleno. Si risale, con alcune giravolte, il prato caratterizzato da radi larici e ontani fino ai piedi di una parete rocciosa dove s'incrocia il sentiero CAI
406. Seguendo questo sentiero in direzione NW si scende alla Malga Polzone
mentre il nostro percorso,
che sale al Rifugio Albani,
prosegue verso SSE .
Superato un canalone detritico, in cui si incontrano i resti di materiali
provenienti dalle vecchie miniere, si continua con ripidi tornanti percorrendo in diagonale il
pendio erboso e sassoso denominato "La Rata". Giunti al colletto, nei pressi della baita alta di Polzone, s'incrocia il sentiero CAI 401 che,
percorso verso sinistra, passando ai piedi della parete N
della Presolana
(1)
conduce al Colle della Guaita e successivamente alla Ferrata la Porta.
Volgendo le spalle all'imponente parete rocciosa della Presolana, in questo
punto particolarmente impressionante, e dirigendosi verso NW si raggiunge in
pochi minuti il Rifugio Albani (1948 m). Prima di raggiungere la costruzione,
di proprietà del CAI sez. di Bergamo, si passa fra alcune baite che un tempo
costituivano il villaggio minerario del Polzone e che rimangono a testimoniare
l'importanza dell'attività estrattiva dell'intera Valle di Scalve. Prima di
attraversare il torrente con un suggestivo ponte, una fresca fontanella
permette di rifornire d'acqua gli escursionisti che, lasciato il rifugio,
volessero proseguire alla volta del Monte Ferrante o della Cima Verde.
Non volendo percorrere il medesimo sentiero per il rientro, si può seguire il
percorso con segnavia CAI 402 che conduce, passando per il "Pian di Vione", al
paese di Colere.