Relazione tecnica

CHIESA ARCIPRESBITERALE PLEBANA DI VILMINORE DI SCALVE (BG)

Il progetto comprende:
 

a) intervento di tipo conservativo, all'interno della chiesa, sulle superfici dipinte e manufatti artistici;

b) illuminazione interna ed esterna con l'adeguamento alle normative dell'impianto elettrico elettrico e le opere edilizie connesse;

c) impianto di riscaldamento;

d) sistemazione del sagrato

e) intervento di tipo conservativo e di manutenzione straordinaria del campanile.

La fase  esecutiva comprende:
Allegati tecnici
a) relazione ISMES
b) analisi delle condizioni statiche delle strutture portanti della chiesa parrocchiale  di Vilminore di Scalve
c) Impianto interno di illuminazione - Documentazione intervento realizzato -

PRIMO LOTTO - LAVORI GIA’ REALIZZATI

 

Dall’ottobre 1995 al novembre 1996 sono stati realizzati i lavori di restauro conservativo delle facciate laterali dell’abside, della sagrestia e della chiesetta laterale con l’impermeabilizzazione sottomanto del tetto ed una sostituzione dei legni ammalorati dei volumi bassi che circondano la chiesa.

L’intervento di restauro, in particolare, si è orientato alla salvaguardia dell’intonaco originario degli inizi del ‘700 (1710).

Intonaco grezzo di grande valore materico in relazione ai caratteri volumetrici ed insediativi del manufatto.

Ora è possibile una lettura dell’interessante assetto volumetrico, degli elementi dell’architettura: la grande navata con contrafforti e volute, l’abside, il volume delle cappelle laterali e della sagrestia.

Si è trattato di riportare il manufatto ad una relativa omogeneità che ne ha esaltato la corretta percezione materica e di volume.
 
 

STUDIO ARCHITETTO ATTILIO CRISTINI - VIA F.LLI BANDIERA - DARFO B.T. (BS)

SECONDO LOTTO - LAVORI DA REALIZZARE  ( CAPITOLATO - QUADRO RIASSUNTIVO)

 

  1. Intervento di tipo conservativo all’interno della chiesa nelle superfici dipinte e manufatti artistici.

  2. (Relazione redatta in collaborazione con la società "Astarte" di Rezzato BS).

     

    Architettura - Dipinti murali - Dipinti su tela - Manufatti lignei - Manufatti lapidei

     

    1. Operazioni preliminari

     

    1.1. Documentazione grafica: Tavv. degli alzati dei lati destro e sinistro, della controfacciata, dell’abside e della volta.

    Dopo l’allestimento del ponteggio sul rilievo grafico generale verrà eseguita la mappatura dei materiali costitutivi, delle finiture dell’architettura e del loro stato di conservazione.

    I manufatti artistici (dipinti su tela, arredi, manufatti lignei e lapidei) verranno considerati a corpo con schede specifiche sul loro stato di conservazione: Coro, Organo e controrgano, Pulpito, Capocielo, Bussola dell’ingresso principale, Portoni laterali, altare Maggiore, Cappella di S. Antonio, Cappella del SS. Sacramento, Altare di S. Giuseppe, Altare di S. Caterina, Altare di S. Caterina, Altare di S. Antonio da Padova, Altare della Madonna del Rosario. Una scheda specifica verrà formulata anche per ogni singolo dipinto murale.

     

    1.2. Documentazione fotografica generale, dei particolari dello stato di fatto e delle principali operazioni svolte durante l’intervento conservativo.

     

    1.3. Indagini conoscitive

    Verranno eseguite in via preliminare le indagini per la caratterizzazione dei materiali costitutivi di tutte le superfici oggetto dell’intervento (intonaci, pellicole pittoriche, stucchi) ed il loro effettivo stato di conservazione : a) indagini non distruttive visive e tattili con l’ausilio di strumenti ottici (lenti e macchine fotografiche) e luminosi (per l’osservazione a luce radente); b) indagini stratigrafiche, per individuare la successione degli interventi storici; c) chimiche e mineralogico-petrografiche, per riconoscere la natura degli intonaci, dei pigmenti e gli eventuali fattori di deterioramento, quali i sali solubili presenti nel supporto murario e negli intonaci, e di alterazione, come le ridipinture ed eventuali sostanze protettive sovrammesse ai dipinti.

     

    1.4. Prove tecniche di pulitura, consolidamento e reintegrazione pittorica

    Per ridurre i tempi di permanenza del ponteggio verranno eseguite tutte le prove possibili in assenza di ponteggio, che verranno completate successivamente con il ponteggio in opera. L’interpretazione dei risultati acquisiti attraverso tali prove e di quelli delle indagini conoscitive di natura scientifica e storico-artistica, costituirà la base di riferimento per l’esecuzione degli interventi.
     

    DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI
     

    2. Intonaci

     

    2.1. Riadesione e consolidamento dei distacchi di intonaco dal supporto murario con malte premiscelate a base di calce e mediante iniezione di prodotti consolidanti eminentemente minerali;

     

    2.2. Riadesione e consolidamento dei distacchi e delle fratturazioni di intonaco dal supporto murario mediante perni filettati in vetroresina e\o in acciaio inox ed iniezione di prodotti consolidanti eminentemente minerali;

     

    2.3. Reintegrazione delle lacune esistenti e delle scanalature, per la messa sotto traccia di elementi tecnologici mediante intonaco a base di calce.
     
     

    3. Finiture pittoriche non figurative
     

    3.1. Rimozioni

    Rimozione a secco della polvere e del deposito incoerente mediante pennelli morbidi e piccoli aspiratori;

    Rimozione meccanica di scialbi e ridipinture scarsamente aderenti;

     
    3.2. Preconsolidamento

    Preconsolidamento della pellicola pittorica, propedeutico alle operazioni di consolidamento, nei casi di disgregazione e sollevamento della stessa. L’operazione dev’essere eseguita su porzioni circoscritte di superficie, mediante resine acriliche in emulsione a bassa concentrazione, applicate a pennello previa interposizione di carta giapponese.

     
    3.3. Pulitura

    La pulitura verrà differenziata in rapporto alle caratteristiche materiche e alle condizioni conservative della superficie pittorica: a secco, con gomme pane e pennelli a setole morbide; ad umido mediante spugne naturali e solventi specifici (acqua distillata, carbonato di ammonio, sali inorganici in soluzione acquosa, con concentrazione e tempi di applicazione definiti).

    Risciacquo con acqua distillata ed applicazione di materiale assorbente per la rimozione di sedimento parzialmente aderente alla superficie dipinta.

    Impacchi con acqua distillata e applicazione di compresse assorbenti per l’estrazione di sali idrosolubili e di eventuali residui di sali inorganici utilizzati per le operazioni di pulitura (l’operazione dovrà essere reiterata fino a completa estrazione dei sali).

     
    3.4. Consolidamento

    3.4.1. Ristabilimento della coesione della pellicola pittorica, ove necessario, previa campionatura, mediante una delle seguenti metodologie: 1) applicazione a pennello di resine acriliche in emulsione a bassa concentrazione, previa interposizione di carta giapponese sulla superficie oggetto dell’intervento; 2) consolidamento della pellicola pittorica, nei casi di decoesione, disgregazione e polverizzazione della stessa, mediante applicazione di idrossido di bario, per ristabilire la coesione del sistema pellicola pittorica/strati preparatori.

    3.4.2. Consolidamento dei distacchi tra muratura e intonaco di supporto della superficie dipinta mediante iniezione di malta idraulica premiscelata per intonaci;

    3.4.3. Stuccatura a livello di cadute degli strati di intonaco, di micro e macro fratturazioni e fessurazioni.

     3.5. Reintegrazione pittorica a velatura

    Stesura a velatura di latte di calce pigmentato sulla base dei campioni e delle tecniche di applicazione approvati dalla D.LL.

     
    4. Superfici affrescate

     
    4.1. Rimozioni

    Rimozione a secco della polvere e del deposito incoerente mediante pennelli morbidi e piccoli aspiratori;

     
    4.2. Preconsolidamento

    Preconsolidamento della pellicola pittorica, propedeutico alle operazioni di consolidamento, nei casi di disgregazione e sollevamento della stessa. L’operazione dev’essere eseguita su porzioni circoscritte di superficie, mediante resine acriliche in emulsione a bassa concentrazione, applicate a pennello previa interposizione di carta giapponese.

     
    4.3. Pulitura

    La pulitura verrà differenziata in rapporto alle caratteristiche materiche e alle condizioni conservative della superficie pittorica: a secco, con gomme pane e pennelli a setole morbide; ad umido mediante spugne naturali e solventi specifici (acqua distillata, carbonato di ammonio, sali inorganici in soluzione acquosa, con concentrazione e tempi di applicazione definiti).

    Risciacquo con acqua distillata ed applicazione di materiale assorbente per la rimozione di sedimento parzialmente aderente alla superficie dipinta.

    Impacchi con acqua distillata e applicazione di compresse assorbenti per l’estrazione di sali idrosolubili e di eventuali residui di sali inorganici utilizzati per le operazioni di pulitura (l’operazione dovrà essere reiterata fino a completa estrazione dei sali). Rifinitura meccanica di ridipinture tenaci ed aderenti (operazione eseguibile previa campionatura, evitando, ove le ridipinture siano molto tenaci, inutili quanto dannosi, "accanimenti terapeutici").

     
    4.4. Consolidamento

    4.4.1. Ristabilimento della coesione della pellicola pittorica, ove necessario, previa campionatura, mediante una delle seguenti metodologie: 1) applicazione a pennello di resine acriliche in emulsione a bassa concentrazione, previa interposizione di carta giapponese sulla superficie oggetto dell’intervento; 2) consolidamento della pellicola pittorica, nei casi di decoesione, disgregazione e polverizzazione della stessa, mediante applicazione di idrossido di bario, per ristabilire la coesione del sistema pellicola pittorica/strati preparatori.

    4.4.2. Consolidamento dei distacchi tra muratura e intonaco di supporto della superficie dipinta mediante iniezione di malta idraulica premiscelata per affreschi;

    4.4.3. Ristabilimento dei distacchi tra l’intonaco e l’intonachino o tra gli strati d’intonaco costituenti il supporto del dipinto.

    4.4.4. Inserimento di perni di sostegno in vetroresina.

    4.4.5. Rimozione di stuccature che potrebbero essere causa di processi di degrado.

    4.4.6. Trattamento elementi metallici con prodotti antiossidanti.

    4.4.7. Stuccatura a livello di cadute degli strati di intonaco. di micro e macro fratturazioni e fessurazioni

    4.5. Reintegrazione pittorica ad acquerello.

     
    5. Stucchi decorativi (rilievi, cornici, modanature ed elementi figurativi)

     
    5.1. Rimozione a secco della polvere e del deposito incoerente mediante pennelli morbidi e piccoli aspiratori;

     
    5.2. Preconsolidamento mediante impregnazione con silicato di etile mediante iniezione nei casi di disgregazione e polverizzazione, per la ricostruzione delle proprietà meccaniche del materiale, onde rendere possibili le successive operazioni di pulitura.

     
    5.3. Riadesione con resina di frammenti o parti pericolanti;

     
    5.4. Riadesione mediante imperniatura di scaglie e frammenti con perni in vetroresina;

     
    5.5. Pulitura a secco, con gomme pane e pennelli a setole morbide; ad umido mediante spugne naturali e solventi specifici (acqua distillata, carbonato di ammonio in soluzione acquosa, con concentrazione e tempi di applicazione definiti);

     
    5.6. Integrazione plastica di parti mancanti del modellato in stucco intonate cromaticamente, al fine di dare unità di lettura all’apparato decorativo.

     
    6. Dorature

     
    6.1. Rimozione a secco della polvere e del deposito incoerente mediante pennelli morbidi;

     
    6.2. Riadesione delle dorature in fase di distacco o sollevate dal supporto in stucco, mediante resina acrilica in emulsione;

     
    6.3. Reintegrazione delle parti mancanti con doratura a foglia su preparazione a bolo.

     
    6.4. Reintegrazione pittorica ad acquerello delle piccole lacune.
     

    7. Manufatti lignei, Cappelle laterali e altari, Dipinti su tela
     

    7.1. Coro

    7.2. Organo e controrgano

    7.3. Pulpito

    7.4. Capocielo

    7.5. Bussola dell’ingresso principale

    7.6. Portoni laterali

    7.7. Altare Maggiore

    7.8. Cappella di S. Antonio

    7.9. Cappella del SS. Sacramento

    7.10. Altare di S. Giuseppe

    7.11. Altare di S. Caterina

    7.12. Altare di S. Caterina

    7.13. Altare di S. Antonio da Padova

    7.14. Altare della Madonna del Rosario

    7.15. Dipinti su tela

     
    Per tutti i manufatti indicati ai punti 7.1.-7.15, a seguito di indagini conoscitive, verrà formulato lo specifico progetto esecutivo d’intervento, che in linea generale comprenderà le seguenti operazioni:

    Manufatti lignei: asportazione del sedimento incoerente, pulitura con acqua distillata e solventi specifici individuati sulla base della campionatura preliminare all’intervento, consolidamento ove necessario, e trattamento protettivo a base di cere naturali, reintegrazione pittorica;

    Superfici dipinte con finiture a doratura: vedi punto 5 (Dorature);

    Dipinti su tela: Ove necessario verranno eseguite le operazioni preliminari di velinatura per salvaguardare la pellicola pittorica e gli strati preparatori; le operazioni di ristabilimento dell’adesione e della coesione della pellicola pittorica e gli strati preparatori; la pulitura e/o il trattamento di sostanze estranee al dipinto applicate in precedenti interventi; la protezione superficiale e la presentazione estetica.

    Gli interventi verranno eseguiti avendo cura di non alterarne le caratteristiche materiche ed estetiche dei manufatti.

     

  3. Progetto illuminotecnico ed Impianto Elettrico

(Progetto redatto dallo Studio Tecnico Per. Ind. Piero Stocchi, Roma)

(riferimento Tavola n° 5 ed Allegato A – progetto Stocchi)

 
E’ prevista in questa fase il rifacimento dell’impianto elettrico per adeguamento alle normative vigenti (Legge 46/90 e Normative CEE) ed un nuovo impianto di illuminazione interna che risponda, con la dovuta adattabilità alle esigenze liturgiche e celebrative, favorendo in questa direzione una più corretta percezione delle caratteristiche architettoniche dell’insieme e una valorizzazione dei diversi elementi spaziali, decorativi e pittorici che l’insieme compongono.

L’illuminazione generale si pone l’obiettivo di creare condizioni visive omogenee evitando forti contrasti di intensità e cromaticità.

Al fine di contenere ai minimi livelli l’intervento sulle murature, i sistemi di accensione verranno quasi totalmente centralizzati favorendo così anche una più corretta e consapevole gestione dell’impianto stesso.

La collocazione delle canalizzazioni, ridotte all’indispensabile, verrà vagliata in modo approfondito nelle singole situazioni privilegiando dove possibile, come sul cornicione all’imposta della volta e nei vani a corona dell’abside, soluzioni esterne alla muratura.
 
Fase esecutiva:
Impianto interno di illuminazione - Documentazione intervento realizzato -
 

L’illuminazione generale si pone l’obiettivo di creare condizioni visive omogenee evitando forti contrasti di intensità e cromaticità:

1) illuminazione piani di calpestio della navata e del presbiterio

Sono previsti proiettori con lampade a ioduri metallici da 150W posti in corrispondenza delle finestrature.

Le sorgenti di luce così ubicate consentono di mantenere, entro certi limiti, una visione della struttura con riferimento a quella offerta dalla luce naturale. Questi proiettori, ad emissione simmetrica sono previsti sul cornicione ed orientati verso il basso.

2) Illuminazione dei medaglioni sulle volte della chiesa

Affiancati ai proiettori sopra descritti sono previsti altri proiettori, con lampade a ioduri metallici, da 70W orientati verso l’alto

3) Illuminazione del presbiterio e della controfacciata

Sempre con proiettori con lampade a ioduri metallici da 70W è stata prevista l’illuminazione delle pale del presbiterio (3 proiettori), dell’affresco posto sulla controfacciata (2 proiettori), nonché del presbiterio nel suo insieme (6 proiettori).

E’ prevista l’illuminazione con proiettore a fascio stretto dell’ambone e del bassorilievo dell’altare

4) Illuminazione degli altari laterali

Sono previste lampade fluorescenti da 36W con riflettore angolare poste sui piccoli cornicioni laterali.

5) Illuminazione delle pale fra gli altari

Sulla sommità delle 4 mensole con lampade esistenti viene installato un faretto orientato verso l’alto con lampada dicroica da 50W.

6) Illuminazione della "Chiesina"

E’ prevista una illuminazione indiretta con lampade fluorescenti da 58W con riflettore angolare posto sul cornicione.

 
Nell’insieme tutte le lampade fluorescenti e a ioduri metallici utilizzate, sono previste con tonalità di luce calda ed alta resa dei colori.

I sistemi di illuminazione verranno infine organizzati con blocchi di accensione in grado di assolvere, ai diversi livelli, con riferimento alle necessità liturgiche e celebrative con una soglia minima nelle condizioni di non utilizzo e con diversa intensità rispettivamente per le celebrazioni quotidiane, domenicali e solenni.
 

Impianto esterno di illuminazione

 
L’illuminazione esterna della chiesa (facciata principale e facciate laterali) e del campanile, completa l’illuminazione del centro storico già presente introducendo ulteriori elementi di gerarchia, d’identità e di orientamento che sono valori presenti nell’insediamento in condizione di luce diurna.

Valori che sono da porre in relazione alla qualità architettonica dell’insieme ed alla presenza di elementi di forte caratterizzazione: la scalinata, l’aspetto scultoreo dei contrafforti valorizzato dalla semplicità del volume, l’imponenza del campanile che assurge a segno con valenza territoriale.

La facciata della chiesa è di colore giallo paglierino come la maggior parte delle facciate delle case circostanti, il portale in legno color noce, le colonne e l’architrave in pietra grigio chiaro, come le basi ed i capitelli. L’illuminazione prevista è di tonalità calda realizzata con lampade al sodio ad alta pressione ed alta resa cromatica.

Le stesse lampade saranno utilizzate per l’illuminazione del campanile sia perché la sua struttura in pietra grigia locale viene meglio evidenziata con questa tonalità di luce, sia per non creare forti contrasti cromatici con l’illuminazione dei volumi circostanti.

Per il campanile è prevista l’illuminazione con proiettori posti rispettivamente a 120° ed orientati su tre vertici della pianta quadrata. La sommità a forma di cupola sarà illuminata con tre piccoli proiettori posti alla base della stessa e sempre disposti a 120°.

c) Impianto di riscaldamento

(Progetto redatto con la collaborazione della ditta "Italclima" di Rogno BG)
 

Attualmente viene utilizzato per il riscaldamento un sistema di elementi a gas mobili che si caratterizza per una forte concentrazione di calore in zone ristrette e quindi con forti disomogeneità.

E’ in contrasto con il quadro normativo attuale.

Il consistente volume dell’aula ed il carattere proprio del tipo di impianto ad aria con spostamento di masse d’aria calda consistenti e relativo spostamento di polveri e l’alterazione continua delle temperatura delle superfici, sconsigliano l’utilizzo di questo tipo d’impianto caratterizzato del resto dalla necessità di consistenti interventi sulla muratura.

L’impianto proposto è quindi un impianto termico radiante da disporsi in 4 pedane in legno alte circa cm. 10, collocate sotto i 4 settori dei banchi, con il volume riscaldato che si limita ai primi 2 m. sopra il pavimento e con un risparmio dovuto alle temperature sostanzialmente basse d’esercizio.

La condizione che si realizza sembra la più idonea oggi per salvaguardare gli apparati pittorici, lignei e decorativi della chiesa.

Per la sagrestia è prevista la presenza di due caloriferi con uno sviluppo che consenta anche in questo caso l’utilizzo d’acqua e temperature relativamente basse in un locale che del resto non richiede temperature elevate.

Per la chiesina laterale è previsto un sistema di riscaldamento a battiscopa disposto tra le paraste in grado, con ridotte sporgenze e con impatto formale limitato, di essere efficace sempre in presenza di contenute temperature dell’acqua.

 
d) Sistemazione del sagrato

(Riferimento Tavola n° 1 e 2 e schizzo prospettico)

 
L’intervento definitivo per il sagrato-piazza si pone, da un lato, un obiettivo di conservazione con la conferma ed il recupero della pavimentazione a scacchiera esistente, oggi quasi impercettibile, che definisce con un suo valore formale una sorta di superficie di pertinenza del volume chiesa; dall’altro il progetto mira a risolvere incongruenze stratificatesi in interventi successivi mai pervenuti ad una necessaria compiutezza.

A completamento è prevista, sul perimetro ad Est, una nuova pavimentazione in serizzo rosso bocciardato che raccordi chiesa e campanile con i portici dell’edificio cinema-oratorio, di recente costruzione, presente su un lato del sagrato.

Il disegno a scacchiera viene riconfermato e completato ricorrendo ai materiali già esistenti ed al loro colore, in particolare con acciottolato a tonalità rossastra dovuta al serizzo ed a tonalità gialla dovuta al tufo.

Al centro l’acciottolato grigio scuro riconnette la piazza al sistema di percorsi del centro storico in fase di recupero in questi anni.

Al suo interno, delle campiture di grigio più chiaro definiscono gli spazi per le macchine con valore che trascende dal concetto di segnale per diventare una forma autonoma di decoro, che si inserisce nell’organizzazione generale della piazza e ne sottolinea l’uso soprattutto pedonale e solo saltuario per le macchine.

Ad un calibrato sistema di piantumazione è affidato il compito di segnalare un sistema di soglia tra gli spazi che si vengono a configurare attorno alla chiesa.

I punti di connessione tra le varie pavimentazioni e tra di esse e gli elementi tecnici (pozzetti, cordoli, ecc.), confermano ed estendono le soluzioni già presenti.

A monte è prevista la ricomposizione del fronte con un cancello in ferro e legno, ora aperto con una forte breccia nella muratura.

Sul lato Est del sagrato il muro, con un sovralzo di circa cm. 50, viene riavvicinato alla dimensione originaria ristabilendo così un corretto rapporto con l’ingresso alla canonica e con l’intero sagrato.

Un sistema di panche e la fontana posizionate asimmetricamente, mirano a configurarsi come parte integrante nella formazione dell’architettura della piazza-sagrato e non come semplici elementi di arredo urbano rapportati ad essa.

Le panche in serizzo rosso poste sulla campitura dello stesso materiale ne diventano una naturale articolazione, così la fontana sempre in serizzo rosso su acciottolato grigio diventa invece elemento focalizzante dell’intera piazza-sagrato.

L’illuminazione, oltre ad essere affidata ai pali già esistenti per il lato Ovest, viene ottenuta per la piazza-sagrato con l’illuminazione delle facciate della chiesa e del campanile caratterizzandosi con luce indiretta.
 

  1. Intervento di tipo conservativo e di manutenzione straordinaria del campanile

(Riferimento Tavola n° 3 e Tavola n° 4 ed Allegato B documentazione ISMES

 
Per il campanile sono previsti interventi di manutenzione straordinaria che eliminino le infiltrazioni d’acqua all’interno della muratura e che consentono di evitare pericolosi ammaloramenti.

Sui quattro aggetti principali sono previste delle scossaline in rame con una sagoma frontale ridotta in grado di non interferire con le modanature dei cornicioni.

Sull’aggetto superiore, sopra la cella campanaria, è previsto, qualora le condizioni particolari lo richiedano, anche l’utilizzo di una malta impermeabilizzante che è in grado di compensare le dilatazioni, di assecondare la sagoma del canale di gronda in pietra e la presenza del parapetto in metallo nonché le irregolarità della superficie.

Per l’eliminazione delle vistose percolazioni di sedimento di calcare depositato sulle superfici lapidee, dove esse hanno acquisito grosso spessore si procederà alla loro rimozione meccanica, mentre per gli strati più a contatto con la pietra e che compromettono una completa lettura della pietra stessa, si procederà ad una spazzolatura con spazzole di saggina, con impacchi localizzati di polpa di cellulosa con soluzione acquosa di bicarbonato d’ammonio con eventuali microsabbiature localizzate.

E’ prevista la formazione della gabbia di Faraday, l’adeguamento alle norme dell’impianto elettrico e la sostituzione dei solai interni degradati (con legno di larice) sia dei pavimenti che delle travi e la messa in sicurezza della scala con la ricollocazione del parapetto in legno su tutto lo sviluppo della scala stessa.

Sulle finestre d’areazione è prevista la collocazione di reti anti-insetti con telai in legno e metallo.

L’ispezione ha evidenziato pezzi di pietra rotti o separati oggi soltanto appoggiati che verranno consolidati con sigillature con malte premiscelate a base di calce e mediante iniezioni di prodotti consolidanti eminentemente minerali e, se necessario, procedendo con una riadesione con perni in acciaio inox.

Le manutenzioni previste sono scaturite da una approfondita analisi condotta dall’ISMES con i rilievi del quadro fessurativo, con sondaggi sulle fondazioni e sulle murature, analisi che avevano coinvolto anche la chiesa.

Darfo Boario Terme, lì 10/11/1997

IL TECNICO
(Dott. Arch. Attilio Cristini)

 

www.scalve.it