Studio climatico
Valle Camonica e Valle di Scalve
a cura di dr. Fausto Franzoni geologo
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Termometria

Climatologia

Climatologia - conclusioni

Dall'esame dei dati elaborati sin qui si possono effettuare le seguenti considerazioni di carattere generale:
- le piogge medie, da minimi compresi tra 1000 e 1100 mm, nelle aree estreme del territorio, aumentano fino a valori di 1300-1500 mm nel tratto intermedio. La maggior quantità di acqua si condensa e si scarica solitamente ai primi contatti con le correnti più sature provenienti dalla pianura e le barriere montuose a ridosso del Lago di Iseo; l'umidità residua va a precipitare più oltre, causando precipitazioni sempre meno intense man mano che ci si allontana dalla direttrice principale dei venti del quadrante S
- le precipitazioni possono subire, rispetto ai valori medi, degli scostamenti annui periodici anche di notevole entità, con oscillazioni più evidenti nelle stazioni inferiori. Gli estremi della piovosità annua possono avere degli scarti del 50-100% od anche più. La frequenza delle oscillazioni estreme è di uno ogni 20-30 anni. Scostamenti minori si hanno, con decorso sinusoidale, ogni 10-20 anni. Si è quindi in presenza di una regolare successione di periodi di circa 11 anni, in cui la media delle piogge è maggiore rispetto a quella del periodo precedente o successivo.
- Il regime piovoso va da una tipologia sub-equinoziale nelle stazioni più meridionali ad un regime equinoziale nelle stazioni intermedie e solstiziale estivo in quelle più elevate. Dal punto di vista forestale, i regimi sub-equinoziali ed equinoziali sono tipici dei boschi mesofili puri di latifoglie o misti di conifere e latifoglie. Il terzo regime è quello caratteristico del bosco di conifere microterme (abete rosso, larice, cembro). Nel caso dell'area in esame il regime udico è caratterizzato da una piovosità media piuttosto elevata, con distribuzione equinoziale, cioè con due massimi, uno primaverile (Maggio) ed uno autunnale (Ottobre), cui fanno riscontro due minimi, rispettivamente invernale (Gennaio-Dicembre) ed estivo (Agosto-Settembre).
- Dall'esame della figura 4.2, raffigurante la potenzialità pluviometrica della zona compresa tra la media Val Camonica e la Valle del torrente Dezzo, si può assumere come valore di precipitazione medio per il territorio comunale, la quantità di 1450 mm/anno. È interessante notare come l'andamento delle isoiete sia parallelo all'asse della Val Camonica, con un minimo anomalo di 1025 mm/anno nella zona di Breno, ed un massimo di 1723 mm/anno nei pressi di Vilminore di Scalve. Riguardo alla distribuzione mensile delle precipitazioni si ha un massimo di 150 mm/mese per il periodo da Maggio ad Ottobre/Novembre, interrotto da un minimo relativo in Settembre. Il minimo invernale, della durata di quattro mesi, è caratterizzato da medie mensili di poco superiori ai 50 mm/mese.
Forestalmente i regimi subequinoziali ed equinoziali sono tipici dei boschi mesofili puri di latifoglie o misti di conifere e latifoglie. Il terzo regime è quello caratteristico del bosco di conifere microterme (abete rosso, larice, cembro). Il regime udico sembra inoltre riflettere il combinarsi di influssi mediterranei e continentali: i primi espressi dal massimo primaverile (Maggio), i secondi dal meno marcato massimo autunnale (Ottobre).
Considerando la pioggia utile, cioè quella più direttamente utilizzabile dalla vegetazione, che cade da Aprile ad Ottobre, essa risulta così distribuita:
- Breno (312 m s.l.m.) mm 725 71,1%
- Borno - S. Annunziata (676 m s.l.m.) mm 890 71,2%
- Angolo Terme (420 m s.l.m.) mm 922 68,9%
- Sacca d'Esine (250 m s.l.m.) mm 956 71,9%
- Schilpario (1200 m s.l.m.) mm 1131 76,4%
- Vilminore (1018 m s.l.m.) mm 1166 68,8%
I dati indicano un buon bilancio idrico in senso assoluto ed una distribuzione delle precipitazioni favorevole alla vegetazione forestale: la decrescente precipitazione "utile" in senso relativo con il crescere dell'altitudine è compensata da un gradiente udico in aumento con la quota.
È però da tenere presente che, entro le condizioni generali espresse dai dati statistici di piovosità, il bilancio idrico a disposizione della vegetazione, varia entro limiti molto estesi, e questo non solo per le variazioni repentine tipicamente mediterranee della piovosità (si vedano massimi e minimi assoluti delle stazioni prese in considerazione), ma soprattutto per la diversa capacità dei terreni di trattenere gli afflussi meteorici e renderli così disponibili alla vegetazione.

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