Articolo tratto da "Araberara" Luglio 1998, n.7
75 anni dal Disastro
SUI SENTIERI DELLA MEMORIA

Due giornate particolari, ideate dalle sottosezioni del Cai scalvino e di Darfo-Boario, ricorderanno il 7 e 8 agosto i 75 anni passati da quel terribile 1" dicembre 1923, quando la Diga del Gleno si aprì in due e l’ondata si riversò nella vallata, provocando la morte di 356 persone (235 in valle di Scalve e 121 tra Angolo, Darfo e Costa Volpino) e la distruzione di interi paesi (Bueggio, Dezzo, Corna di Darfo).
La sera di venerdì 7 agosto, alle 20.30 presso la Comunità Montana, serata di presentazione curata dalla Biblioteca comunale di Vilminore. Sabato 8 agosto dalle ore 8.00 si svolgerà una camminata, con partenza da Dezzo verso la Diga del Gleno, seguendo a ritroso il percorso devastante dell’acqua. Alle 11.00 S. Messa alla Diga del Gleno: al termine consegna ai partecipanti del libro sul disastro e benedizione del cippo realizzato dallo scultore scalvino Tomaso Pizio e commissionato dalla Comunità Montana di Scalve.
L’immagine pubblicata in copertina è opera del disegnatore Achille Beltrame (1871-1945) e c'è stata gentilmente messa a disposizione dal sig. Aldo Lenzi.
Era una mattina come tante, di un inverno appena cominciato. Era nevicato e piovuto molto. Nelle case dei paesi sotto la diga (Bueggio e Dezzo, ma anche ad Angolo, Corna di Darfo e Costa Volpino) i ragazzi stavano preparando i pochi libri, in cucina, per andare a scuola. Erano passate da poco le sette del mattino. E venne improvviso il vento della disgrazia, le imposte presero a sbattere, la gente alzò la testa e uscì in strada a vedere venir giù il diluvio.
Era il 1° dicembre del 1923 e la Diga del Gleno si era spalancata e l'immensa ondata seguì il vento spazzando via i paesi. Le vittime, quando le si poterono contare, furono 235 in valle di Scalve e 121 ad Angolo e Darfo.
Dopo 75 anni il "disastro del Gleno" resta nella memoria della valle: i due tronconi di diga, là in alto, non lasciano dimenticare.
Ci sono le tante testimonianze dirette, c’è ancora perfino un residuo di rabbia.
La storia di una valle è fatta anche di dolore: il ricordo è segno di civiltà.

QUESTE IMMAGINI

Le immagini riportate in queste pagine (come quella in copertina) furono pubblicate sul n. 50 del 16 dicembre 1923 da "La Domenica del Corriere", il glorioso settimana supplemento illustrato del "Corriere della Sera", allora il settimanale più diffuso anche in Valle di Scalve (testimonianza di Carlo Pedrini, per molti anni titolare della rivendita giornali di Vilminore). Le due grandi immagini di copertina e di questa pagina, a colori, sono le famosissime tavole del disegnatore Achille Beltrame (1871- 1945), pittore e illustratore che deve comunque la sua notorietà proprio alle celebri "tavole" su "La Domenica del Corriere". La riproduzione è stata possibile per la preziosa disponibilità del signor Aldo Lenzi della Cantoniera della Presolana che le ha messe a disposizione di "Araberara". A lui va il nostro grazie e ovviamente quello dei nostri lettori.

L’8 AGOSTO IL RICORDO IN VAL DI SCALVE

Due giornate particolari, ideate dalle due sezioni del Cai scalvino.
Sabato 8 agosto si farà un percorso sui sentieri che percorrono la valle del Povo, il torrente che scende dalla valle del Gleno, ripercorrendo al contrario la strada che l’ondata del disastro percorse in pochi minuti.
Alla Diga del Gleno si terrà una celebrazione religiosa. La sera di venerdì 7 agosto, presso il Palazzo della Comunità montana si potrà visitare una parte della mostra già allestita negli anni scorsi a Vilminore e ci sarà una rievocazione di Angelo Bendotti, che al disastro del Gleno ha dedicato uno studio particolare commissionato dalla Biblioteca comunale di Vilminore nel 1984. Il volumetto, intitolato "L'acqua, la morte, la memoria - Il disastro del Gelano", esaurito, viene ristampato per questa occasione.

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