Quando il computer della macchina oppure l'esposimetro
manuale propone una coppia diaframma-tempo non è detto che sia quella
desiderata o per motivi di nitidezza (diaframma) o per velocità del soggetto
(tempo) e quindi occorre modificare tempo e diaframma in modo da ottenere
l'effetto desiderato senza per questo alterare la quantità di luce che deve
giungere alla pellicola.
Intuitivamente si ha che chiudendo il diaframma (usando
"f" più grandi) si fa arrivare meno luce e quindi si deve compensare
usando un tempo d'esposizione più lungo; mentre usando un diaframma più aperto
("f" più piccolo) si fa arrivare più luce e quindi si deve
compensare usando un tempo più breve.
Dal punto di vista pratico le scale sia dei diaframmi sia dei
tempi sono messe in modo tale d'adattare l'esposizione ad una luce sempre
crescente; ovvero partono dal buio per andare verso la luce.
Inoltre la serie dei tempi e dei diaframmi sono messe in modo
tale che per compensare uno spostamento dei diaframmi (o dei tempi) verso la
luce (od il buio) basta uno spostamento in senso contrario dei tempi ( o dei
diaframmi).
Esempio pratico:
Se l'esposimetro propone "f4" con "t
1/500" ma per motivi di nitidezza è meglio usare "f8" occorre
impostare necessariamente "t 1/125" perché essendosi spostati coi
diaframmi di due posizioni verso la luce occorre bilanciare spostandosi di due
tempi verso il buio.
Oppure se partendo da "f22" con "t 1/4"
si deve fotografare un oggetto veloce occorre usare tempi più rapidi (muovendosi
verso la luce) e se viene scelto "t 1/500 occorre impostare "f2"
perché essendosi spostati coi tempi di sette posizioni verso la luce occorre
spostarsi coi diaframmi di sette posizioni verso il buio.
La legge che lega i tempi ai diaframmi può essere espressa in vari modi
(vedi formule)
La formula 1 indica che il rapporto tra il quadrato del
numero di diaframma ed il tempo deve rimanere costante e questo spiega perché i
tempi cambiano 1/2 ed i diaframmi di radice quadrata di due.
La formula 2 dice la stessa cosa mettendo in evidenza che
questo rapporto applicato ad un'ipotetica foto "a" deve essere uguale
anche per un'ipotetica "b".
La formula 3 è identica alle due ma espressa sottoforma di
proporzione.