La profondità di campo aumenta con
l'aumentare di "f"; ovvero con il diminuire del diaframma (figura 7).
Questo fenomeno è dovuto al fatto che più
il diaframma è chiuso e più il fascio di raggi che colpisce la pellicola è sottile e
quindi il punto-immagine sfocato potrà cadere molto più avanti o molto più indietro
della pellicola prima che il diametro del fascio di raggi possa raggiungere le dimensioni
del cerchio di confusione.
Nella figura 7 i due obbiettivi sono stati messi
a fuoco sulla stessa distanza (sullo stesso punto-oggetto indicato con la sigla P.m.a =
punto di messa a fuoco) ed il cerchio di confusione ha sempre lo stesso diametro ma nella
parte bassa della figura viene usato un diaframma più chiuso ("f" più grande)
ed i fasci dei raggi dei due punti-immagine sfocati sono più sottili e quindi possono
cadere più distanti dalla pellicola ed i rispettivi punti-oggetto (indicati con Pl =
Punto lontano e Pv = Punto vicino) sono tra loro più distanti dando una profondità di
campo (D.d.c. in figura 7) più grande.
Nella parte alta della figura 7
(diaframma
aperto) è stato anche svolto un ingrandimento della zona che intercorre tra i due
piani-immagine sfocati (zona delimitata dal rettangolino) per portarli alla stessa
distanza di quelli ottenuti con il diaframma chiuso e mettere in evidenza il fatto che in
questo modo si ottiene un cerchio di confusione nettamente più grosso di quello di
partenza (ovvero di quello ammesso per considerare l'immagine a fuoco).
Dal punto di vista pratico si può dire che più il diaframma è chiuso (più
"f" è grande) più oggetti posti prima e dopo il piano messo a fuoco risultano
nitidi.
In ogni caso è bene non fidarsi mai della profondità di campo che si vede osservando
attraverso l'oculare perché (come già accennato parlando del diaframma) l'obbiettivo
tiene sempre il diaframma tutto aperto (lettura in massima apertura) fino al momento dello
scatto dove il diaframma si chiude fino al valore d'apertura desiderato ma il fotografo
non può più vedere l'immagine perché lo specchietto mobile si alza ed oscura tutto il
campo.
LA
PROFONDITA' DI CAMPO E L'f-STOP
Per ovviare all'inconveniente prodotto dalla lettura in
massima apertura esistono alcune macchine con un tasto che permette in ogni
istante di chiudere il diaframma fino all'apertura scelta. Questo metodo ha il
vantaggio di poter controllare visivamente la profondità di campo ma ha il
difetto di far diventare più buia l'immagine.
Nelle macchine che hanno questa possibilità si indica il valore d'apertura con
il nome di "f-STOP" perché è il valore di "f" a cui si
ferma il diaframma prima dello scatto.
Negli ultimi tempi il termine "f-STOP"si sta affermando sempre di più fino a diventare un sinonimo del numero
di diaframma "f".
Esprimendo secondo questa nuova terminologia il rapporto tra l'apertura del
diaframma e la profondità di campo si dovrebbe dire che la profondità di campo
aumenta all'aumentare di "f-STOP" o che per aver profondità di campo
maggiori occorre incrementare l'"f-STOP".
Il termine "f-STOP" è riferito anche al tasto da premere per mandare
il diaframma al valore impostato (ovvero all' "f-STOP").