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COMUNE DI AZZONE - VALLE DI SCALVE (BERGAMO)
tel. 0346 54001 fax. 034653777 e-mail: comune.azzone@scalve.it |
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Presentazione della riserva |
Presentazione della Riserva
a cura di "IL CABREO
S.N.C."
La vegetazione:
La riserva è interessata per circa l' 80% da boschi. Il dominatore incontrastato di
queste selve è il Peccio o Abete rosso,localmente chiamato Pagher. Questa conifera, un
tempo importante fonte di reddito per gli abitanti del luogo, si associa, sul versante
scalvino della riserva, al faggio e all'Abete Bianco. L' Abete Bianco, localmente chiamato
Aes, è più esigente in termini di umidità e freschezza del suolo dell' Abete Rosso per
cui non lo si trova ovunque.
Il Frassino Maggiore e l'Acero Montano appaiono, con il Nocciolo, solo ai margini dove la
boscaglia lascia il posto ai prati sfalciati o pascolati. Salendo di quota agli abeti si
sostituiscono i Larici . In queste rade formazioni di piante pioniere si instaura un ricco
sottobosco composto da Rododendri e Ericacee frammiste ad abbondanti specie erbacee dalla
ricca fioritura primaverile.
I ripidi impluvi della val Giogna sono ricoperti da formazioni che comprendono Ontano
alpino, il Maross, alcune varietà di Salici e il Laburno alpino, localmente chiamato El.
Le Praterie alpine, infine, che compendono i prati e i pascoli, sono aree ricavate
artificialmente dall' uomo per la pratica della monticazione e sono ricche di piante
erbacee fra cui i Carici e i Trifogli.
La fauna:
Variegata è la fauna presente nella riserva anche se non è semplice avvistare
animali durante le ore diurne di frequentazione del luogo. Fra le specie più importanti
si segnalano:
Lo Scoiattolo: piccolo roditore che si ciba principalmente di semi contenuti nelle pigne,
ma anche di nocciole e semi del faggio.
Lepre comune: piccolo mammifero che vive negli ambienti di margine del bosco, quali prati
o pascoli, cedendo il posto alla Lepre variabile nelle zone di alta quota.
Volpe: mammifero carnivoro che spazia bosco ai prati, facendo razzia di piccoli roditori,
uccelli e uova. Nella sua alimentazione compaiono anche frutti e bacche che trova nei
boschi.
Faina: piccolo mustelide che abita nel bosco e nelle zone circostanti nutrendosi di ratti,
topi, uova e animali che riesce a catturare con la sua proverbiale agilità e prontezza.
Donnola: mustelide che spazia dalle zone boscose ai terreni scoperti anche d' alta quota e
si ciba,principalmente, di topi, arvicole, leprotti e uccellini.
Capriolo: diffidente mammifero dell' ordine degli ungulati è presente nelle boscaglie con
fitto sottobosco entro le quali si nasconde e si ciba di germogli e foglioline. In
primavera è facile osservarlo al pascolo nelle radure.
Gallo forcello: E' così chiamato per la particolarità delle penne caudali che si aprono
a forca. Vive nei lariceti o ontaneti d' alta quota nutrendosi di frutti del sottobosco e,
in inverno, di muschi, semi e aghi di pino mugo.
Rana temporaria: E' presente, con altri animali tipici delle zone umide, all' interno di
alcune pozze nelle quali si abbevera il bestiame.
Avifauna nidificante: comprende rapaci diurni e notturni, piciformi e passeriformi
presenti in numero consistente. Tra gli uccelli insettivori si segnalano i Picchi i quali
si cibano degli insetti che scavano gallerie nel legno e quindi, con le formiche, sono
utili per la conservazione del patrimonio boschivo.
Gli
alpeggi:
La pastorizia fa parte della nostra storia ed ha avuto un peso determinante per l'
economia, la cultura e i costumi locali. La pratica di far pascolare il bestiame in alta
montagna è molto antica ed è detatta dalla necessità di sfruttare al meglio le risorse
naturali. L'alpegio è da considerarsi, o almeno lo era fino a pochi anni fa, una vera e
propria azienda di alta montagna, con adeguate strutture, sulle quali viene portato il
bestiame per 80/90 giorni, d'estate.
Le costruzioni di servizio all'alpeggio, sono semplici baite ad un piano che servono ad
ospitare il mandriano o il pastore e a cui era annesso un locale, la casera, per la
produzione e la conservazione dei formaggi. In molti alpeggi era presente anche un riparo
per il bestiame, la penzana, utile soprattutto per le bestie malate o per i giovani
vitelli.
Nella risserva gli alpeggi presenti sono: Creisa sul versante bornese e Costone sul
versante scalvino. Un terzo alpeggio, Paiano, è collocato sul confine della riserva
stessa nel comune di Borno.
Le baite di Creisa e Costone sono state recentemente ristrutturate e sono sfruttate, il
primo, dotato di ricovero per il bestiame, per il carico di mucche. Nel secondo, il
Costone, più scomodo e con poca acqua, viene caricato da un pastore con pecore. Gli
alpeggi racchiudono, nella loro breve vita estiva, un patrimonio di cultura che merita di
essere vissuto, anche solo per una giornata, per stare a contatto con questi personaggi, i
pastori, che appartengono ad un mondo che stà scomparendo.
I Roccoli:
Fra le architetture presenti nella riserva i roccoli, testimoniano un mondo ed un
modo di vivere che oggi è difficile da comprendere. Questi piccoli edifici, alti e
stretti, servivano per la pratica dell' uccellagione. La cattura degli uccelli, anche di
piccole dimensioni, non era uno sport o un passsatempo, ma era un' importante fonte di
sostentamento per le persone più disagiate.
L'insieme del roccolo e dei filari di piante utili per mascherare sia la costruzione che
le reti, sono un esempio di coltura e di un lavoro paziente che oggi trava riscontro nella
realizzazione dei piccoli bonsai. Oggi queste strutture e la conseguente cattura di
volatili hanno modificato il loro scopo divenendo un importante strumento di studio per le
migrazioni degli uccelli. Una visita agli impianti presenti è un' importante tappa per
capire il percorso dell' uomo, la sua continua lotta per la vita in una terra, quella
montana, dura e generosa al tempo stesso.
Le aree di sosta:
Con lo scopo di migliorare l' ambiente della riserva sono state realizzate, a cura dell'
A.R.F., alcune infrastrutture, compatibili con l' ambiente forestale che le ospita. Sono
state realizzate alcune aree di sosta, due delle quali arricchite con belle fontane d'
acqua potabile. Un' area didattica a stretto contatto con i formicai permette di tenere
delle "lezioni dal vivo" nell' aula più grande che potremmo desiderare. Alcune
bacheche illustrano, per grandi linee, la riserva e le sue particolarità. La comodità
dei percorsi permettono una visita anche ad anziani e ai meno preparati senza incorrere in
particolari pericoli. Occorre, da parte del fruitore di questo bene comune, solo un pò di
rispetto, di buona educazione e, magari un briciolo di collaborazione. Per cui si invitano
le persone che visiteranno la riserva, ma anche tutti gli altri boschi o montagne, a non
lasciare rifiuti, a rispettare le infrastrutture, a non transitare con mezzi motorizzati e
se occorre, sistemare ciò che si incontra fuori posto.
Per visite guidate a gruppi o associazioni:
IL CABREO Centro di
Educazione ambientale e promozione turistica
tel. 034651363-03496072169