Comune di Azzone

COMUNE DI AZZONE -  VALLE DI SCALVE  (BERGAMO)

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Perché una riserva naturale

Presentazione della riserva

Le protagoniste: le formiche

Percorsi consigliati

Presentazione della Riserva
a cura di "IL CABREO S.N.C."

La vegetazione:
La riserva è interessata per circa l' 80% da boschi. Il dominatore incontrastato di queste selve è il Peccio o Abete rosso,localmente chiamato Pagher. Questa conifera, un tempo importante fonte di reddito per gli abitanti del luogo, si associa, sul versante scalvino della riserva, al faggio e all'Abete Bianco. L' Abete Bianco, localmente chiamato Aes, è più esigente in termini di umidità e freschezza del suolo dell' Abete Rosso per cui non lo si trova ovunque.
Il Frassino Maggiore e l'Acero Montano appaiono, con il Nocciolo, solo ai margini dove la boscaglia lascia il posto ai prati sfalciati o pascolati. Salendo di quota agli abeti si sostituiscono i Larici . In queste rade formazioni di piante pioniere si instaura un ricco sottobosco composto da Rododendri e Ericacee frammiste ad abbondanti specie erbacee dalla ricca fioritura primaverile.
I ripidi impluvi della val Giogna sono ricoperti da formazioni che comprendono Ontano alpino, il Maross, alcune varietà di Salici e il Laburno alpino, localmente chiamato El.
Le Praterie alpine, infine, che compendono i prati e i pascoli, sono aree ricavate artificialmente dall' uomo per la pratica della monticazione e sono ricche di piante erbacee fra cui i Carici e i Trifogli.

La fauna:
Variegata è la fauna presente nella riserva anche se non è semplice avvistare animali durante le ore diurne di frequentazione del luogo. Fra le specie più importanti si segnalano:
Lo Scoiattolo: piccolo roditore che si ciba principalmente di semi contenuti nelle pigne, ma anche di nocciole e semi del faggio.
Lepre comune: piccolo mammifero che vive negli ambienti di margine del bosco, quali prati o pascoli, cedendo il posto alla Lepre variabile nelle zone di alta quota.
Volpe: mammifero carnivoro che spazia bosco ai prati, facendo razzia di piccoli roditori, uccelli e uova. Nella sua alimentazione compaiono anche frutti e bacche che trova nei boschi.
Faina: piccolo mustelide che abita nel bosco e nelle zone circostanti nutrendosi di ratti, topi, uova e animali che riesce a catturare con la sua proverbiale agilità e prontezza.
Donnola: mustelide che spazia dalle zone boscose ai terreni scoperti anche d' alta quota e si ciba,principalmente, di topi, arvicole, leprotti e uccellini.
Capriolo: diffidente mammifero dell' ordine degli ungulati è presente nelle boscaglie con fitto sottobosco entro le quali si nasconde e si ciba di germogli e foglioline. In primavera è facile osservarlo al pascolo nelle radure.
Gallo forcello: E' così chiamato per la particolarità delle penne caudali che si aprono a forca. Vive nei lariceti o ontaneti d' alta quota nutrendosi di frutti del sottobosco e, in inverno, di muschi, semi e aghi di pino mugo.
Rana temporaria: E' presente, con altri animali tipici delle zone umide, all' interno di alcune pozze nelle quali si abbevera il bestiame.
Avifauna nidificante: comprende rapaci diurni e notturni, piciformi e passeriformi presenti in numero consistente. Tra gli uccelli insettivori si segnalano i Picchi i quali si cibano degli insetti che scavano gallerie nel legno e quindi, con le formiche, sono utili per la conservazione del patrimonio boschivo.

Gli alpeggi:
La pastorizia fa parte della nostra storia ed ha avuto un peso determinante per l' economia, la cultura e i costumi locali. La pratica di far pascolare il bestiame in alta montagna è molto antica ed è detatta dalla necessità di sfruttare al meglio le risorse naturali. L'alpegio è da considerarsi, o almeno lo era fino a pochi anni fa, una vera e propria azienda di alta montagna, con adeguate strutture, sulle quali viene portato il bestiame per 80/90 giorni, d'estate.
Le costruzioni di servizio all'alpeggio, sono semplici baite ad un piano che servono ad ospitare il mandriano o il pastore e a cui era annesso un locale, la casera, per la produzione e la conservazione dei formaggi. In molti alpeggi era presente anche un riparo per il bestiame, la penzana, utile soprattutto per le bestie malate o per i giovani vitelli.
Nella risserva gli alpeggi presenti sono: Creisa sul versante bornese e Costone sul versante scalvino. Un terzo alpeggio, Paiano, è collocato sul confine della riserva stessa nel comune di Borno.
Le baite di Creisa e Costone sono state recentemente ristrutturate e sono sfruttate, il primo, dotato di ricovero per il bestiame, per il carico di mucche. Nel secondo, il Costone, più scomodo e con poca acqua, viene caricato da un pastore con pecore. Gli alpeggi racchiudono, nella loro breve vita estiva, un patrimonio di cultura che merita di essere vissuto, anche solo per una giornata, per stare a contatto con questi personaggi, i pastori, che appartengono ad un mondo che stà scomparendo.

I Roccoli:
Fra le architetture presenti nella riserva i roccoli, testimoniano un mondo ed un modo di vivere che oggi è difficile da comprendere. Questi piccoli edifici, alti e stretti, servivano per la pratica dell' uccellagione. La cattura degli uccelli, anche di piccole dimensioni, non era uno sport o un passsatempo, ma era un' importante fonte di sostentamento per le persone più disagiate.
L'insieme del roccolo e dei filari di piante utili per mascherare sia la costruzione che le reti, sono un esempio di coltura e di un lavoro paziente che oggi trava riscontro nella realizzazione dei piccoli bonsai. Oggi queste strutture e la conseguente cattura di volatili hanno modificato il loro scopo divenendo un importante strumento di studio per le migrazioni degli uccelli. Una visita agli impianti presenti è un' importante tappa per capire il percorso dell' uomo, la sua continua lotta per la vita in una terra, quella montana, dura e generosa al tempo stesso.
Le aree di sosta:
Con lo scopo di migliorare l' ambiente della riserva sono state realizzate, a cura dell' A.R.F., alcune infrastrutture, compatibili con l' ambiente forestale che le ospita. Sono state realizzate alcune aree di sosta, due delle quali arricchite con belle fontane d' acqua potabile. Un' area didattica a stretto contatto con i formicai permette di tenere delle "lezioni dal vivo" nell' aula più grande che potremmo desiderare. Alcune bacheche illustrano, per grandi linee, la riserva e le sue particolarità. La comodità dei percorsi permettono una visita anche ad anziani e ai meno preparati senza incorrere in particolari pericoli. Occorre, da parte del fruitore di questo bene comune, solo un pò di rispetto, di buona educazione e, magari un briciolo di collaborazione. Per cui si invitano le persone che visiteranno la riserva, ma anche tutti gli altri boschi o montagne, a non lasciare rifiuti, a rispettare le infrastrutture, a non transitare con mezzi motorizzati e se occorre, sistemare ciò che si incontra fuori posto.

Per visite guidate a gruppi o associazioni:
IL CABREO Centro di Educazione ambientale e promozione turistica
tel. 034651363-03496072169

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