ILLUMINAZIONE DELLA CHIESA ARCIPRESBITERALE PLEBANA DI S. MARIA ASSUNTA E S.
PIETRO IN VINCOLI A VILMINORE DI SCALVE (BG)
Attilio Cristini *, Pietro Stocchi **
1. Descrizione della chiesa e dell'intervento conservativo
La Chiesa Arcipresbiterale Plebana di Vilminore di Scalve (1694 - 1710) è stata
oggetto, tra il 1996 e il 1999, di un Progetto conservativo organico,
comprendente oltre agli interventi conservativi sull'architettura e sulle opere
d'arte, anche quelli relativi al riscaldamento e all'illuminazione
dell'edificio.
La chiesa, il campanile e il sagrato formano un sistema di grande valore
territoriale e urbano che costituisce l'elemento monumentale per eccellenza di
questa parte della Valle di Scalve, sia per il valore dell'architettura che per
il suo apparato decorativo e pittorico.
Dal 1995-96 sono stati realizzati: l'impermeabilizzazione del tetto e in
particolare l'intervento conservativo delle facciate laterali.
Si è trattato di un'opera di manutenzione straordinaria che ha consentito di
conservare e valorizzare la testimonianza materiale, formale e documentale
dell'intonaco settecentesco (1710), attraverso la necessaria reintegrazione
delle lacune, e la ricerca di una "relativa omogeneità cromatica", fra
l'intonaco originale e le reintegrazioni.
Forme di vistoso degrado (macchie di umidità, sali, decoesioni, ecc.) erano
presenti sulla volta della navata e del presbiterio e sulle volte delle cappelle
laterali, nonché sulle pareti in prossimità della copertura e dell'attacco a
terra e coinvolgevano campiture monocrome e policrome non figurative, dipinti
murali, stuccature e dorature (sollevamenti e distacchi) . La situazione
rilevata durante i lavori era più estesa e avanzata di quanto previsto, per una
connaturata propensione dell'architettura barocca ad occultare il proprio
degrado.
E' stata adottata poi una innovativa procedura di documentazione analitica della
chiesa, dei manufatti in essa contenuti, di ogni elemento di progetto e della
futura manutenzione, in un supporto ipermediale [1].
A lavori conclusi, che hanno coinvolto tutti i manufatti artistici presenti (
manufatti lignei, lapidei, e dipinti su tela ), l'insieme esprime la riscoperta
di un misurato cromatismo, spento in precedenza da una consistente presenza di
particellato atmosferico appiattente i diversi caratteri cromatici, comunque
intuibili e che rendono l'esito dell'intervento conservativo sorprendente e
nello stesso tempo del tutto familiare.
All'esito di sorpresa concorrono soprattutto i dipinti murali dell'Albrici, che
sembrano esprimere in questo senso il più alto valore cromatico e figurativo.
L'approfondito rilievo realizzato con il metodo della fotogrammetria terrestre
esteso all'intera chiesa ( piante sezioni, prospetti in scala 1: 50 - 1:100 ) ha
permesso lo studio accurato dei caratteri di questa architettura , mettendone in
evidenza i tracciati compositivi , con importanti risvolti nella reale
comprensione della cultura di questo progetto sei/ settecentesco.
La facciata principale, le facciate laterali e la stessa pianta sono costruite
su una maglia quadrata di metri 10x10.
La facciata principale sotto il timpano è inscritta in un quadrato di metri
20x20, diviso orizzontalmente in due ordini da un forte cornicione posto in
corrispondenza della sezione aurea; all'interno, il quadrato ed un semicerchio
generano la sezione trasversale.
Quindi sia in pianta che negli alzati predomina la figura del quadrato, da
sempre sintesi di un perfetto equilibrio tra la base e l'altezza (Tav. 3).
La chiesa, del resto, espressione di un compiuto carattere barocco, è connotata
da questa volontà di equilibrio senza caratteri di drammatizzazione, come
evidenzia l'intero apparato iconografico; la rappresentazione della morte trova
espressione in due tele riferite rispettivamente al transito di Maria e di S.
Giuseppe (Fig. 2), entrambe pervase da una evidente serenità [2].
2. Gli impianti tecnologici
In concomitanza con i lavori di restauro, sono stati presi in considerazione
altri aspetti inerenti la chiesa, quali la protezione contro le scariche
atmosferiche, l'impianto elettrico di distribuzione, nonchè l'impianto di
illuminazione.
Per la protezione contro le scariche atmosferiche è stato valutato il rischio di
esposizione alla fulminazione e , poiché lo stesso risultava superiore a quello
tollerato, è stata realizzata la gabbia di Faraday con le dimensioni e le
caratteristiche indicate dalla normativa vigente.
Idoneo impianto è stato realizzato anche per il campanile situato di fianco alla
chiesa ,che a maggior ragione è più esposto alla fulminazione.
Particolare cura è stata posta alla conservazione dell'integrità dell'edificio
per la realizzazione del nuovo impianto elettrico di distribuzione, in
sostituzione di quello vecchio fatiscente, non più rispondente a criteri di
sicurezza .
Le principali dorsali elettriche sono state posate all'esterno della chiesa
lungo il suo perimetro, altri cavi sono stati posizionati sul cornicione ed
altri ancora, con guaina di rame, sulle volte degli altari laterali.
Tutti i lavori di posa sono stati realizzati in stretta collaborazione con la
Direzione dei restauri.
Il quadro elettrico che contiene le protezioni dei diversi e numerosi circuiti
elettrici è collocato in un vano attiguo alla sagrestia; nella stessa sagrestia
è presente un pannello sinottico con i comandi per le diverse accensioni a
gruppi o singole .
3. Impianto di illuminazione - criteri generali
Il progetto d'illuminazione si è posto in diretta relazione con gli esiti della
ricerca storica e d'archivio già ricordati, che trovano la loro sintesi nella
convergenza tra l'equilibrio della composizione architettonica (ribadito nel
misurato cromatismo delle sue superfici pittoriche, in generale, e degli
affreschi in particolare) e l'equilibrio dell'apparato iconografico presente
all'interno della chiesa.
La compiutezza dell'intervento, che ha coinvolto ogni aspetto del manufatto, ha
offerto una importante possibilità di riflessione critica sulla natura e qualità
dello stesso edificio ,costituendo, in questo senso, strumento essenziale per la
progettazione e la definizione dell'impianto di illuminazione.
Ovviamente lo studio non prescinde dalla funzione primaria della chiesa, che è
quella di riunire l'assemblea dei fedeli e della celebrazione dei riti
religiosi.
Poiché un gran numero di celebrazioni religiose avviene durante il giorno, è
opportuno che la luce artificiale integri la luce naturale e, quando si
sostituisce totalmente ad essa, non deve creare scompensi e contrasti marcati
fra le zone illuminate.
Si è teso a valorizzare il momento di raccolta e di preghiera dei fedeli, con
una illuminazione quanto mai sobria, rifuggendo da rischi di
spettacolarizzazione e dal trasformare le celebrazioni in eventi "artistici".
Particolare cura è stata quindi rivolta all'illuminazione nella sua globalità e
ai diversi particolari, evitando fastidiosi fenomeni di abbagliamento,
riducendo inoltre i contrasti luminosi tra zone illuminate con diverse
intensità.
La massima attenzione è stata posta nella scelta delle sorgenti luminose, per
impedire contrasti di colore e per assicurare una buona resa cromatica.
4. Tipi e livelli di accensione
Sono state individuate alcune esigenze particolari, alle quali deve assolvere la
luce artificiale:
- assicurare le condizioni essenziali di luminosità per la preghiera e la
lettura;
- rispondere alle esigenze connesse alle celebrazioni liturgiche più frequenti
per le funzioni ordinarie, festive e solenni, quali il Natale e la Pasqua;
- consentire infine la fruizione artistica e aspetti particolari di
valorizzazione dell'edificio e dei manufatti.
Per rispondere ai criteri di principio sopra riportati, sono stati considerati,
seguendo anche le indicazioni della Curia di Bergamo, tre gruppi con intensità
luminose diverse, così suddivisi:
- luci liturgiche( mensa, ambone, sede celebrante, tabernacolo, battistero e
navata fedeli);
- luci architettoniche ( altare maggiore, altari laterali, pareti del
presbiterio e della navata, opere d'arte contenute nella chiesa);
- luci di servizio( passaggi ed esigenze di pulizia, sicurezza ed emergenza).
Sono stati previsti 5 diversi criteri di accensione per rispondere alle
necessità celebrative (4 livelli) e museali (1 livello), come riportato nella
Tab. 1:
a) quotidiano: previsto durante la giornata, con luce d'accento sul tabernacolo
e sul vangelo, posto su un leggio al centro della navata, e con due lampade di
servizio all'ingresso;
b)
ordinario: previsto nelle funzioni settimanali, con evidenziazione
dell'altare della celebrazione (mensa e bassorilievo del fronte) e dell'ambone
(leggio e fronte), dell'area presbiterale e delle due luci più avanzate della
navata;
c) festivo: previsto nelle funzioni festive, completa il livello precedente con
l'accensione delle luci rivolte all'altare (quindi, oltre al tabernacolo,
l'altare nel suo complesso e la cattedra), alle tre pale presenti nell'abside,
delle luci dell'intera navata e delle volte (navata e presbiterio), nonché delle
volte delle cappelle laterali e del fronte del capocielo;
d)
solenne: previsto nelle funzioni solenni, con aggiunta al livello precedente
del dipinto del capocielo e dei proiettori alogeni, quali luci d'accento, sugli
altari laterali e le relative pale e, infine, delle luci della controfacciata (Fig. 2);
e)
museale: livello di illuminazione volto alla valorizzazione delle qualità
architettoniche della chiesa nel suo insieme e in relazione ai numerosi
manufatti in essa presenti; illuminazione delle volte del presbiterio e della
navata, delle tre pale dell'abside, illuminazione con proiettori alogeni degli
altari laterali e delle relative pale, accensione luci controfacciata.
Questo livello di illuminazione è azionato con apposito interruttore a tempo,
posizionato in prossimità dell'ingresso principale.
5. Descrizione particolareggiata dell'impianto
(Tav.
1 -
Tav.
2 -
Tav. 3)
Come dianzi accennato, uno specifico impegno è stato rivolto alla scelta delle
sorgenti luminose: sono state utilizzate lampade ad alogenuri master color
Philips da 150 e 70 W ,con tonalità di luce calda (3000 K) con buona resa
cromatica, per l'illuminazione delle zone riservate ai fedeli e del presbiterio.
Le lampade, contenute in proiettori ad emissione asimmetrica della Disano, sono
state collocate in corrispondenza delle finestrature, in modo da integrare e
sostituire l'illuminazione naturale con la stessa " direzione" di penetrazione
della luce solare.
Le sorgenti di luce artificiale così ubicate consentono di confermare, entro
certi limiti, la stessa percezione visiva proposta dal sistema delle aperture
disposte nella volta.
I proiettori ad emissione asimmetrica Disano Litio sono posti sul cornicione
(altezza m 12,75) ed orientati verso il basso; in totale sono stati installati 6
proiettori da 150 W per la navata e 2 da 70 W per il presbiterio, opportunamente
schermati per evitare situazioni di abbagliamento per i fedeli. Affiancati ai
proiettori prima descritti sono stati installati altri proiettori ,sempre del
tipo asimmetrico, con lampade ad alogenuri da 70 W per l'illuminazione dei
medaglioni sulla volta della navata (n. 6), da 150 W per la volta del presbiterio
e da 70 W per il catino dell'abside.
Gli stessi tipi di lampade, collocate in proiettori a bocca rotonda della
Reggiani, sono state utilizzate per l'illuminazione delle tre pale presenti
nell'abside e per il dipinto su tela del capocielo.
Sono stati impiegati piccoli proiettori della Guzzini a fascio regolabile
equipaggiati con lampade alogene da 50 W 12 Volt per l'illuminazione d'accento
dell'altare comunitario (mensa), dell'altare maggiore (fronte - mensa e
cattedra) e del leggio dell'ambone.
Con proiettori Fosnova a fascio molto concentrato (3°) e con lampade alogene
75 W 12 Volt sono stati illuminati il fronte dell'ambone e il bassorilievo
dell'altare comunitario.
Con apparecchi della Erco con lampade florescenti da 54 W / T 16 sono stati
illuminati il grande l'affresco della controfacciata (E. Albrici, Crocifissione
di S. Pietro, 1746 ) e i due dipinti su tela posti in alto sopra il cornicione.
Negli altari laterali sono stati utilizzati: per l'illuminazione della volta,
due apparecchi Hilti, collocati sui piccoli cornicioni con appositi schermi,
equipaggiati ciascuno con doppia lampada florescente 2 x 13 W ; per quella degli
altari e dei relativi dipinti su tela sono stati impiegati faretti della Guzzini
con lampade alogene 50 W 12 Volt con fascio regolabile, che hanno consentito la
delimitazione dei contorni delle parti illuminate.
I proiettori della Guzzini, sempre con faretti da 50 W 12 Volt, sono stati usati
per evidenziare il battistero.
Notevole importanza nell'architettura della chiesa riveste il capocielo, di
grande particolarità per le sue dimensioni e per la qualità del suo apparato
decorativo, che stato valorizzato con l'illuminazione del suo fronte con faretti
Guzzini a lampade alogene da 50 W 12 Volt.
L'illuminazione di emergenza è stata ottenuta mediante l'impiego di lampade ad
incandescenza a 24 Volt alimentate tramite batteria poste nella sagrestia.
I sostegni delle lampade sono dei bracci ornamentali in ottone preesistenti,
posti lungo i lati della navata.
I livelli di illuminazione ottenuti con tale impianto sono: per la navata,
all'altezza del piano di lettura, ad un livello medio di 70 lux, mentre con
riferimento alla zona del presbiterio, in corrispondenza della mensa dell'altare
comunitario, di 310 lux e con livelli variabili ma, mediamente, notevolmente
superiori a quelli della navata.
L'illuminazione generale della chiesina laterale è stata ottenuta con luce
indiretta mediante l'impiego di apparecchi Hilti con doppia lampada florescente
2 x 13 W , collocati sul cornicione.
Due faretti della Guzzini, sempre collocati sul cornicione, illuminano l'altare
della chiesina.
6. Conclusioni
Nella fase esecutiva non si è interrotto il processo di approfondimento
progettuale; sono state infatti messe in atto tutte le possibilità di verifica:
dai calcoli illuminotecnici preliminari, alle verifiche sul campo delle
campionature degli apparecchi illuminanti previsti (in alcuni casi con
alternative a confronto).
Crediamo che questa complessa procedura abbia consentito il raggiungimento della
necessaria maturità del risultato, con una "dialettica adesione" ai connotati di
una architettura espressione di una ricercata e persuasiva serenità.
7. Normativa di riferimento
CEI 64 - 15 "Impianti elettrici negli edifici pregevoli per rilevanza storica e
/o artistica".
CEI 64 - 8 "Impianti elettrici utilizzatori".