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ARCIPRETI A VILMINORE

Presentazione
Antonio Figura       Giovanni Maria Acerbis      Giovanni Belotti      Giovanni Giacomo Polini
Luigi Albrici     Giacomo Palamini       Stefano Grasselli      Ludovico Cacciamali     
Angelo Milesi

Zoom Luigi Albrici
Nativo di Vilminore
Arciprete a Vilminore dal 1823 al 1836

(di Miriam Romelli)

 

1820 - nel mese di luglio a Napoli insorgono i Carbonai
1821 - in marzo le truppe austriache stroncano la resistenza dell'esercito napoletano
         - Scoppiano moti rivoluzionari in Piemonte
1823 - la Santa Alleanza affida alla Francia il compito di sconfiggere le ribellioni nei Regni di Sardegna e delle Due Sicilie
1830, 1831 - rivolte nel Ducato di Modena e nello Stato Pontificio
1831 - Giuseppe Mazzini fonda la "Giovane Italia".

Le potenze europee che avevano sconfitto Napoleone Bonaparte, al fine di difendere i principi della Restaurazione, istituirono la "Santa Alleanza"; a questa coalizione aderirono inizialmente Russia, Prussia ed Austria e, in seguito, Francia e Inghilterra.
Lo scopo della Santa Alleanza era quello di impedire che in Europa si scatenassero altre rivoluzioni: ogni potenza aveva il diritto di intervenire con il proprio esercito all'interno di qualunque Stato.
Anche papa Pio VII aderì ai principi della Restaurazione, con i quali si sanciva, tra l'altro, che il potere politico e spirituale doveva essere guidato dal Papa.
Anche se dal 1815 al 1848 l'Europa fu relativamente in pace, in questo periodo si scatenarono due ondate rivoluzionarie: precisamente negli anni 1820/21 e 1830/31.
Nel gennaio del 1820 gli spagnoli insorsero contro il sovrano Federico VII chiedendo la Costituzione ed il riconoscimento della sovranità popolare; la rivolta si estese ai regni di Sardegna e delle Due Sicilie. La Santa Alleanza affidò alla Francia il compito di intervenire e sconfiggere i ribelli nell'anno 1823, anno in cui don Luigi Albrici fu nominato Arciprete di Vilminore.
Anche in Piemonte scoppiarono nel 1821 moti rivoluzionari domati da Carlo Felice con l'aiuto dell'Austria; nel regno Lombardo-Veneto non si avvertirono che gli echi di tale rivolta. Alessandro Manzoni auspicò con le rime della poesia "Marzo 1821" che i rivoluzionari potessero attraversare il Ticino e liberare il Veneto e la Lombardia dal dominio austriaco.
In base alle testimonianze che ci sono pervenute neppure gli echi di quelle insurrezioni giunsero in Valle di Scalve: dalla facciata del Palazzo Pretorio campeggiava lo stemma asburgico, dipinto sulla parete ovest del sottopassaggio e lo stesso Palazzo, riferiscono testimonianze dell'epoca, fu ridotto a un vero e proprio immondezzaio dalle truppe austriache, che vi si erano insediate, facendone la sede del Presidio asburgico in Valle. Gli scalvini dovettero affrontare nell'inverno del 1824 altre bufere, ovvero le conseguenze di eccezionali nevicate che si ripeterono pure nell'inverno del 1826. Nell'anno 1831 mentre l'Arciprete Albrici faceva ornare il coro della chiesa, Giuseppe Mazzini fondava a Marsiglia, città dove viveva in esilio, la "Giovane Italia" e, in seguito alle rivolte scoppiate nel Ducato di Modena nello Stato Pontificio, venne impiccato Ciro Menotti, promotore di queste insurrezioni.
In Valle gli inverni del 1835/36 furono nuovamente caratterizzati da abbondantissime nevicate che causarono numerose e devastanti valanghe; a questa calamità si aggiunse, nella primavera del 1836, il flagello della malattia infettiva chiamata nelle cronache del tempo "Mala Colera Morbis".
Il 22 settembre 1836 l'Arciprete Albrici celebrò a fatica la sua ultima Messa, dilaniato dal dolore per una piaga alla gamba destra: morì il quattro ottobre dello stesso anno in seguito alle complicazioni causate dal dilagare del terribile morbo suddetto.